Chi disegna

Mentre scrivevo, i personaggi mi apparivano chiari come in una fotografia. Dopo aver terminato il primo capitolo ho fatto uno schizzo di Pancio, di getto, a matita e l’ho inviato a un’amica che lo aveva letto. La sua risposta è stata: “Ma è Pancio!!!” Sì, era proprio lui! Ecco come appariva Pancio in origine e nella mia mente. Per vedere come si è trasformato nel libro pubblicato, non vi resta che andare in libreria…

Il mio primo schizzo di Pancio

Alexia, illustratrice per caso

Mia sorella non è un’illustratrice di professione, ma come ho già detto il progetto dell’Esercito dei Bruttini nasce con lei. Ha studiato tutt’altro – agraria – e purtroppo anche lei stenta a trovare un lavoro fisso. Con lei ci siamo inventate la trama – presto vi racconterò anche l’episodio che le ha dato origine – e con lei mi sono sempre confrontata per inserire un nuovo personaggio. Alcuni sono reali, ma romanzati, altri del tutto inventati, certi da lei, altri da me. Mentre scrivevo il romanzo chiedevo a mia sorella se mi faceva gli schizzi dei personaggi. Lei però lavorava a spizzichi e bocconi, quando il tempo o l’ispirazione glielo permettevano. Solo quando l’ho chiamata dicendole che un editore avrebbe pubblicato il romanzo illustrato si è accesa anche la sua lampadina. Così, in poco più di due settimane, ha tirato fuori dalla matita tutti i Bruttini e i personaggi secondari, oltre che altri elementi importanti ai fini dello svolgimento della trama. Se desiderate vederli tutti non vi resta che acquistare il libro. Sono davvero belli. Forse un illustratore professionista ci troverà dei difetti, ma a noi non importa perché loro sono i nostri Bruttini, tutti i bruttini sono speciali proprio perché “difettosi”. Io li ho descritti così, Alexia li ha disegnati e colorati così!

In primo piano Alexia, mia sorella, illustratrice per caso!

Chi è Alexia

Anche se è mia sorella non abbiamo lo stesso cognome. Lei si chiama Bianchi ed è anche molto molto più giovane di me. Forse è questo che rende il nostro rapporto così speciale. Per lei sono stata una mamma, poi una tata e ora un’amica più saggia (non sempre). Alexia è nata nel 1991, quando io avevo 18 anni. Venti mesi prima di lei è nato Andrea e prima di me, invece, Alessandro. Siamo in quattro fratelli accomunati dalla nostra mamma Olga. A lei ognuno di noi deve qualcosa, non solo la vita, ma anche la possibilità di crescere bene e studiare. Io e Alessandro siamo orfani di padre, scomparso prematuramente quando eravamo ancora bambini. Dopo qualche anno, nostra madre ci ha portato in un’altra regione e in un’altra città (dalla provincia di Milano a quella di Parma) ed è iniziata un’altra turbolenta vita con una nuova famiglia, nella quale sono arrivati Andrea e Alexia. Loro non sono orfani, o almeno non nel vero senso della parola, ma si può dire che nostra madre li ha cresciuti da sola, con il contributo di noi fratelli maggiori. Quando Andrea e Alexia erano piccoli mi divertivo a inventare storie per loro: avevano sempre un finale diverso e loro puntualmente me lo facevano notare, così dovevo arrampicarmi sugli specchi per ricordarmi cosa gli avevo raccontato la volta precedente. Alessandro, forse perché maschio, è più legato ad Andrea, mentre io ho coltivato il mio legame con Alexia. Ogni tanto litighiamo, è normale, ma ci vogliamo tanto bene e quando passiamo del tempo insieme sembriamo più due bambine che due donne. Mettiamola così: siamo due donne rimaste in parte bambine. Con la voglia di inventare storie e personaggi buffi proprio come i Bruttini.

Photo by Sandy Millar on Unsplash

Volete sapere com’è nata la trama?

Era dicembre. Alexia stava lavorando come promoter in un supermercato vicino al reparto giocattoli. Naturalmente nel periodo pre-natalizio il negozio era preso d’assalto da genitori e parenti alla ricerca del regalo perfetto o più desiderato. All’interno di enormi cesti giacevano innocui orsacchiotti e altri animali di peluche. Un giorno Alexia mi telefona e mi dice: “Tata ci sono delle famiglie di giganti che continuano a prendere i peluche dai cestoni!” Mi raccontò che nell’arco della stessa giornata erano passate delle persone di statura molto alta che avevano preso – sicuramente acquistato, non rubato – degli orsacchiotti. Così abbiamo ipotizzato che fossero dei giganti che rapivano gli orsacchiotti di peluche. Perché? Beh, questo me lo sono inventata io durante la narrazione. E non posso di certo svelarlo qui! Ecco un altro motivo per leggere l’Esercito dei Bruttini sull’Isola dei Giganti. Tranquilli non vi ho “spoilerato” nulla, perché fin dal primo capitolo si parla dei giganti e della scomparsa degli orsacchiotti.